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lunedì 26 maggio 2014

L' attesa della mora bianca

Domenica passeggiando in bicicletta ho incontrato due signore, sembravano dell'Est Europa, che si divertivano a raccogliere  more bianche dai gelsi che corrono lungo il viale che porta al parco. Questi alberi ci sono sempre stati ed io il viale lo ho percorso moltissime volte, ma a quanto pare disattento o  comunque non in questi giorni dell'anno, tanto da non notarli dacché quasi ci sono più frutti che foglie.  Le signore che ho incontrato dicono che sono buonissime. Pochi giorni fa ne ho parlato con una mia collega che dice essere il suo frutto preferito. La bellezza della stagionalità è proprio questo: concede spesso nuovo stupore alle nostre pur già ripetute esperienze.
Parco Tarello, Brescia

venerdì 16 maggio 2014

Barocco

autoscatto in spiaggia
L'espressione di quello che si vuol comunicare spesso affonda le sue radici in qualcosa di già visto, adottato e utilizzato infine al fine della complessa meccanica della sua riproduzione in suoni, moti, tempi. Solo che quello che si imita non è altro che un' espressione che, venuta a contatto con noi stessi già pare influenzata, in senso buono, dalla nostra presenza. Quindi quello che noi osserviamo prima di esprimerci potrebbe pur essere specchio della stessa immagine, vista, adottata ed utilizzata: ossia di noi stessi. Noi vediamo anche un po' di noi negli altri come nel loro modo di esprimersi e in modo forse ancora più complesso nelle cose tutte. Certo questo per fortuna non sempre, molto è affidato a moti caotici.

martedì 6 maggio 2014

Capisco

Penso che ogni popolo abbia il suo modo di esprimersi tutto personale e difficile sempre da tradurre, come se sempre un confine rimanesse.

A volte sono tentato anche di asserire che abbia ognuno anche una psicologia differente e sempre espressa in un tempo e velocità che fugge lo scibile e la sua piena comprensione.

Poi ascolto questo pezzo e osservo Pat Metheny suonare su quella panca e subito vorrei essere lì seduto accanto a lui solo per adesione. Perché quello che esprime racconta perfettamente il tempo che descrive: mi appartiene completamente, l'ho vissuto anche io.





giovedì 1 maggio 2014

Così

Vedi,
c'è un uovo, un libro, una strada un dipinto,
uno strumento musicale, il sorriso degli occhi, una penna a sfera.
Guarda bene,
c'è anche un cappotto un telefono,
un ordigno, un pullover, una bottiglia di plastica,
una partita, un amor, una bachelite.

Il tutto se osservi è ben visibile e così, in ordine tanto vago quanto personale.

Ognuna di queste cose ha un suo significato.
Ognuno ne ha sensazioni differenti.

E' il nostro sentire, velocissimo, che vi fa subito associare un senso,
un colore ideale, un pensiero, direi unico,
che rende inestimabile il patrimonio della nostra identità.
piazzale al Castello di Brescia