(per l'offerta di una carica a Roma)
Lasciami il Duomo Vecchio, e pur lo Novo,
il Popol, e la Loggia, e la Pallata,
il bello e il brutto, i luoghi di ritrovo,
di Brescia mia, sì rozza ma onorata.
Pur, lascia a me il castello coi boschetti
perch'io li goda ognor nel passeggiare,
e ognor i' possa pure discettare
di Brescia, le sue glorie e' suoi difetti;
e lascia ch'io qui viva i miei momenti,
poiché ciò sol mi resta, ed a ragione,
lunge da posizion o emolumenti.
Lascia che in pace sudi il mi' mestiere;
lasciami coi Bresciani e l'ambizione
di non esser Comm, nè Cavaliere.
(di Flaminio Valseriati questa poetica traduzione dell'omonima sonetto
in dialetto bresciano di Angelo Canossi)
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