"Giungemmo alla terra dei Ciclopi prepotenti e selvaggi. Essi lasciano fare agli dei: non piantano un albero con le loro mani, non arano. Ma senza semine e senza colture tutto là viene su, il frumento e l'orzo, e viti che portano grappoli enormi, da vino: glieli ingrossa così la pioggia di Zeus. E poi non hanno assemblee per le decisioni, non norme di legge morale: ma abitano su per le cime degli alti monti dentro spelonche profonde, e ognuno fa legge da sé per i figli e la moglie. Non si curano l'uno dell'altro."
tratto da l'"Odissea" di Omero, traduzione di Giuseppe Tonna
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