Immaginiamo (voce del verbo immaginare) che ci siano due stati entrambi molto popolosi: quello del relativismo e quello della relatività. Ai confini di stato prima ci stava il doganiere silente ora la logorroica cozza.
Benvenuti in questo spazio di pensieri spaiati ma affini. Le cose che ci trovate dentro sono tutte, laddove non specificato, opera del tempo che scorre fra me e sulla mia città. State pur comodi, e se vi viene voglia commentate numerosi. Se volete diffondere quello che leggete fatemelo sapere o almeno sentitevi liberi per quel che basta di citarne la fonte. Salve
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martedì 28 febbraio 2012
giovedì 23 febbraio 2012
Grattugia di professione!
Che specialità il Parmigiano! Soprattutto, nelle sue diverse versioni, lo grattugiamo a bricioline sulla pasta. E' un azione talmente entrata nel nostro immaginario che ha definito fortemente la posizione di questo formaggio e si fa fatica a vederne migliore sistemazione. All'apparenza sembrerebbe che la nostra cultura italica voglia vanificare le sue qualità dissolvendolo in minime parti sminuendone quindi la sua intensità. Ma è solo quando il frigorifero è un po' sfornito che prendendone un pezzetto e mangiandolo ci rendiamo conto che forse, più buon formaggio non ci sia.
E' come se la nostra cultura ci dicesse che le cose più buone vanno spolverate e unite ad altro; ogni giorno, se si può. Perché goderne da sole può essere solo un ripiego relegato ad un'assoluta, se pur eccelsa, incomunicabile solitudine.
martedì 21 febbraio 2012
Fantasie
un'altra persona è la distanza che li separa.
Penso che se riuscissimo a creare una funzione
di questo rapporto l'unità di misura del risultato sarebbe anni/luce.
Cavalli & Cristalli
Spesso ultimamente penso ad Einstein: è stato grandioso a far germogliare il seme della relatività ai nostri tempi.
Qualche anno dopo però, tali germogli furono notati da un contadino che passava lì per caso(?) una sera mentre il rosso tramonto gli imbruniva la pelle.
Subito se ne fece un' idea e volle portarsene via uno per studiarselo ben bene a casa. Arrivato a casa volle ripiantarlo in un vaso ma mentre se ne occupava vide che quel germoglio non era poi così bello come credeva.
Invece di riportarlo là dove l'aveva trovato, prese il vaso e lo portò giù in cantina. Fù lì in cantina che accadde qualcosa di strano: il germoglio iniziò a crescere tanto velocemente che tutti in paese vennero a saperlo. I suoi rami e le sue foglie avevano invaso tutto il paese: le sue liane avevano avvolto i mestoli e tutte le stoviglie della cucina della trattoria in piazza; si erano insinuate fra i soprammobili del negozio di cristalleria; persino l'ippodromo con i cavalli che correvano ne furono invischiati. Se però c'era una nota positiva è che pur avendo immobilizzato il paese, i suoi frutti erano alla portata di chi se ne voleva cibare.
domenica 19 febbraio 2012
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